Casualità o Sincronicità – La spiegazione scientifica alle connessioni del mondo

Sicuramente ti sarai chiesto almeno una volta nella vita se alcuni eventi che ti sono accaduti siano semplici coincidenze oppure se ci sia un disegno più grande dietro a tutta la nostra esistenza.

Non sei il solo. Già intorno ai primi anni del ‘900 lo psicologo svizzero-tedesco Carl Gustav Jung e successivamente il Fisico quantistico austriaco e premio Nobel per la Fisica Wolfgang Pauli, conclusero che non solo questi eventi sono reali ma gli diedero un nome e una spiegazione: Sincronicità.

Che cos’è la Sincronicità?

Un concetto interessante quanto complicato che Massimo Teodorani prende in esame nel suo libro “Sincronicità. Il legame tra Fisica e Psiche da Pauli e Jung a Chopra”.

Ecco la definizione che Teodorani attribuisce a Sincronicità: “Coincidenza di eventi nello spazio e nel tempo come qualcosa che va ben oltre il puro caso; si tratta di una peculiare interdipendenza di eventi osservabili tra loro oppure di eventi oggettivi sincronici con lo stesso soggetto dell’osservatore (Teodrani, 2006)”, in altre parole è la manifestazione della relazione tra mente e materia che dimostra che il mondo fisico e psichico sono interconnessi.

Secondo Jung quando una persona sperimenta tante sincronicità si accorge che esse sono rette da una reale saggezza, come se il nostro mondo interno sapesse molto del mondo esterno e viceversa.

Ma com’è possibile?

Il famoso Nobel per la fisica, Wolfgang Pauli, ideò, tra le altre teorie, un mattoncino fondamentale per la Fisica Quantistica: il principio di esclusione. Tale principio è un’illuminazione essenziale che getta i presupposti sperimentali per la legge di sincronicità. Di fatto, quello che si osserva a livello subatomico è una vera e propria danza degli elettroni, una reale manifestazione della sincronicità tra le particelle.

A livello psicologico essa avviene quando si verifica un abbassamento delle funzioni mentali proprie della sfera del conscio (da ritmo cerebrale B/B+ a Alpha/Theta). È in questa condizione che l’inconscio viene amplificato e riesce ad emergere, venendo a contatto con il conscio. Ed è qui che si connette con gli archetipi, le immagini primordiali insite nella nostra mente così come in tutto l’universo, in quello che viene definito inconscio collettivo.

Possono coesistere psicologia e fisica?

Jung e Pauli non avevano dubbi che la risposta fosse positiva. Il principio di esclusione di Pauli forma un parallelo perfetto con il principio di sincronicità di Jung.

Secondo Pauli era lampante che tutte le sincronicità dovessero avere una matrice comune e anche il famoso paradosso EPR (Einstein, Podolsky, Rosen) sosteneva la sua tesi. Esso infatti dimostrava come allontanando due particelle precedentemente in contatto, qualunque sia la loro distanza, esse continuano a comunicare, per sempre.

La sincronicità è proprio la chiave che rende possibile il dialogo tra il campo fisico e quello psicologico, tra il mondo esterno e quello interno e i due studiosi ne individuarono anche la sua rappresentazione: il mandala, una raffigurazione geometrica circolare, simbolo spirituale e rituale che rappresenta l’universo.

I due studiosi fecero anche altre osservazioni sicuramente ancor più curiose e sbalorditive:

Osservarono come due diversi branchi di scimmie, posizionati ai lati opposti del pianeta, si trasmettessero tecniche di sopravvivenza senza essersi mai incontrati, oggi questo fenomeno è spiegato molto bene dalla scienza con i campi morfogenetici di Rupert Sheldrake; inoltre i due studiosi teorizzarono come i cerchi nel grano generalmente ricondotti ad apparizioni aliene, in realtà, non fossero altro che mandala generati da campi elettromagnetici, apparsi durante periodi di forte crisi dell’umanità, come durante la Guerra Fredda.

Sembra tutto uscito da un libro di fantascienza eppure parliamo di realtà e di Fisica Quantistica che tutt’oggi sta cercando di dare spiegazione a fenomeni per la nostra mente incredibili, ma che nel profondo, percepiamo come familiari.

C’è molto più di quello che vediamo intorno a noi, basta osservare attentamente ed imparare ad ascoltare i sensi e le percezioni, più che le parole.

I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là
Jim Morrison

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